I miracoli di Gesù

(084)

Gesù guarisce le pecore del pastore Anna (330.6 - 330.7 conclusione al 331.8)

".....Perchè vai ad Aczib?"
"Perchè la ho gli agnelli. A meno che... non li abbia più."
"Perchè?"
"Perchè c'è il male... Non so se fu stregoneria o che altro. So che la mia bella mandria mi si è ammalata. Per questo ho portato qui le capre, ancora sane, per separarle dalle pecore. Qui staranno con due figli. Ora sono in città, alle spese. Ma torno là... a vederle morire, le mie belle pecore lanute..." L'uomo sospira...
Guarda Gesù e si scusa: "Parlare a Te, che sei Chi sei, di queste cose. e affliggerti, Tu già certamente afflitto di come ti trattano, è stoltezza. Ma le pecore sono affetto e denaro, sai? per noi..."
"Capisco. Ma guariranno. Non le hai fatte vedere a chi se ne intende?"
"Oh! mi hanno detto tutti la stessa cosa: <Uccidile e vendine le pelli. Non c'è altro da fare> e anche mi hanno minacciato se le faccio girare... Hanno paura della malattia per le loro. Le devo così tenere chiuse... e muoiono di più. Sono cattivi, sai? quelli di Acziba..."
Gesù dice semplicemente: "Lo so."
"Io dico che me le hanno stregate..."
"No. Non credere certe storie... Quando verranno i tuoi figli parti subito?"
"Subito. A momenti saranno qui. Sono i tuoi discepoli questi? Sono questi soli?"
"No. Ne ho altri ancora."
"E perchè non vengono qui? Una volta, vicino a Meron, incontrai un gruppo di essi. C'era a capo un pastore. Così si diceva. Uno alto, robusto, di nome Elia. Fu in ottobre, mi pare. Prima o dopo i tabernacoli. Ora ti ha lasciato?"
"Nessun discepolo mi ha lasciato."
"Mi era stato detto che..."
"Che cosa?"
"Che Tu.. che i farisei... insomma che i discepoli ti avevano lasciato per paura, e perchè Tu eri un..."
"Demonio. Dillo pure. Lo so. Doppio merito in te che credi lo stesso."
"E per questo merito non potresti, passando, benedire il mio gregge?" l'uomo è tutto ansia...
"Benedirò il tuo gregge. Questo..." e alza la mano benedicendo le caprette sparse, "e quello delle pecore. Credi che la mia benedizione le salvi?"
"Come salvi gli uomini dalle malattie così potrai salvare le bestie. Dicono che sei il Figlio di Dio. Le pecore le ha create Dio. Perciò sono cose del Padre. Io...non sapevo se era rispetto chiedertelo. Ma se si può, fallo, Signore, ed io porterò al tempio grandi offerte di lode. Anzi, no! Darò a Te. Per i poveri. E sarà meglio."

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(331.8).
Giungono al bivio. Il pastore Anna, mortificato, dice: "E qui ti dovrei lasciare... Non vieni proprio a guarire le mie pecore? Anche io ho fede; e proselite sono.... Mi prometti, almeno, di venire dopo il sabato?"
"Oh! Anna! Ma non hai capito ancora che le tue pecore sono guarite da quando ho alzato la mano verso Lesemdan? Va' dunque tu pure a vedere il miracolo e a benedire il Signore."